Incontri alla Fondazione Franceschi ONLUS
Creatività e Cambiamento
Vie possibili tra immaginazione e dialogo
Solo sulle questioni in principio in-decidibili, noi possiamo prendere una decisione.
Heinz von Foerster
Nei giorni 20 e 27 febbraio 2014, presso la sede della Fondazione Franceschi Onlus, si è tenuto il seminario Creatività e Cambiamento. Gli incontri sono stati realizzati a cura del dott. Simone Cheli, psicologo e psicoterapeuta, si occupa di clinica, formazione e ricerca. Collabora con la SOS Psiconcologia dell’Azienda Sanitaria di Firenze e con la società di formazione Cwheel. Srl. Si interessa dei temi dell’etica e dell’epistemologia in ambito clinico, sanitario e organizzativo.
Immaginazione e dialogo
Ogni giorno ci confrontiamo col cambiamento. Ogni giorno pensiamo che il cambiamento sia qualcosa di inatteso o comunque improvviso. Oscilliamo spesso tra due poli in contrasto tra di loro: da un lato l’idea che qualcosa posso accadere nelle nostre vite e sconvolgerle; dall’altro l’ambizione che sia possibile sedersi ad un tavolo e programmare il nostro futuro, individuare degli obiettivi e delle azioni nette ed incontrovertibili.
Ma la vita ama improvvisare, giocare con le nostre convinzioni, senza mai risultare del tutto caotica o del tutto ordinata. Questa improvvisazione, queste variazioni sul tema in qualche modo noi le percepiamo, sentiamo che niente di ciò che accade è mai del tutto bianco o del tutto nero. Ed ogni qualvolta ci dimentichiamo di questo assunto restiamo sovente delusi e contrariati.
La scienza stessa, ed in particolare le teorie sull’uomo, oscillano tra i medesimi poli e alternano contrasti apparentemente inconciliabili. Alcuni affermano che “tutto va” (Feyerabend, 1975) ed ogni scienziato, così come ogni uomo, non possiede mai un criterio condivisibile nel creare e formulare delle ipotesi. Altri, tra cui molti psicologi e teorici della mente, ci assicurano che esiste una verità, un criterio ultimo, basato sull’accordo con la realtà (James, 1907). Giambattista Vico, un filosofo italiano del XVII sec., si confrontò col medesimo dilemma e realizzò che tutto ciò noi definiamo vero è tale perché noi lo creiamo.
Noi creiamo la cosiddetta verità narrando la nostra visione del mondo ed interconnettendola con le visioni e le narrazioni delle persone che ci circondano, siano essi reali, presenti, siano essi immaginari o vivi soltanto nella nostra mente e nei nostri ricordi. La relazione con l’altro diviene quindi l’unico possibile terreno per creare e pensare un cambiamento. Diviene il crocevia di strade all’interno delle quali possiamo, momento per momento, incontro per incontro, immaginare e percorrere il nostro cammino.