Fondazione Franceschi Fondazione Franceschi ONLUS

Per la terapia, la ricerca e la formazione in psicologia

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Incontri alla Fondazione Franceschi ONLUS

 

Prima il dovere, poi il piacere?

 

Prima il dovere, poi il piacere?

 

“Noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice “

Epicuro

 

 

Giovedì 14 luglio 2011, presso la sede della Fondazione Franceschi ONLUS, ha avuto luogo l'incontro dal titolo Prima il dovere, poi il piacere? La conduzione dell'evento è stata a cura di Gianlorenzo Baracchi, Dottore di Ricerca in Filosofia presso l’Università di Firenze. S’interessa di filosofia del Novecento, con particolare riferimento all’esistenzialismo francese, al pensiero critico della Scuola di Francoforte, all’epistemologia costruttivista.

 

Prima il dove, poi il piacere?

Senza il piacere la vita non varrebbe la pena di essere vissuta. La gioia, l’amore, la felicità: tutto il positivo che ci riserva l’esistenza è accompagnato, infatti, dal piacere. Il piacere del corpo innanzitutto, quello che si manifesta soddisfacendo i nostri bisogni vitali, dal cibo al sesso. Ma anche il piacere, più sottile, dell’anima, quello che contraddistingue i momenti in cui diamo spazio al nostro lato più spirituale: contemplando la bellezza di un paesaggio, ammirando la magnificenza di un’opera d’arte, godendo della compagnia delle persone amate.

Eppure il piacere ha molti nemici. “Prima il dovere, poi il piacere” ci hanno ripetuto fin da piccoli col dito alzato e la faccia severa. In effetti siamo gli eredi di una civiltà che più di una volta ha coltivato l’idea del piacere come “peccato”: generazioni di uomini hanno vissuto, spesso, sotto il giogo di una morale contraria al piacere e nemica della vita stessa.

Oggi, però, le cose sembrano radicalmente cambiate: abitiamo in una nuova civiltà permissiva che, trasgredendo tutti i passati divieti, invita a vivere liberamente il piacere.

Ma è davvero così? Forse siamo solo entrati in un’epoca ambigua, dove proprio nell’obbligo del “piacere a tutti i costi” – pensiamo alla pubblicità, alla moda, allo stile di vita proposto dal mondo dello spettacolo – si nasconde un nuovo, più subdolo nemico del piacere. Dove ogni nostro desiderio viene incanalato secondo le convenienze del mercato, dove il piacere diventa il filo attraverso cui abili professionisti del marketing influenzano le nostre scelte. Dove, infine, proprio l’insaziabilità dei nostri desideri scatenati e moltiplicati artificialmente diventa il maggior ostacolo alla libera vita del piacere.

Così, imparare a muoversi tra le costrizioni contrapposte dei vecchi doveri e dei nuovi desideri diventa la condizione fondamentale per vivere finalmente secondo il proprio piacere.

 

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